Sinceramente non so se ho risposte migliori di quella dell'Onu: è comunque un aiuto a una chiara volontà di autodeterminazione del popolo libico, è l'abbattimento (forse) di un regime dittatoriale. Ma chi siamo per decidere cosa vogliono davvero i libici, dato che al loro interno vi sono mille sfaccettature, quale sia la forma di governo migliore o più giusta, se sia giusto usare la violenza per affermare un principio? Sono tutte domande che cadono nell'irrisolvibile.
È però utile guardare un po' al passato recente: davvero non si poteva fare nient'altro?
Ad esempio il Governo italiano, se - come ora sembra - ritiene Gheddafi un elemento pericoloso per la pace mondiale e la democrazia, avrebbe potuto evitare di stipulare ingenti accordi economici (lasciando perdere gli accordi personali con Mister Bungabunga), di finanziare gasdotti per tacere sulle torture nelle carceri libiche, di fornire armi a prezzi di favore. Si poteva anche evitare di riceverlo col tappetino rosso e di baciargli la mano. L'amministrazione USA (Bush) poteva poi evitare di ristabilire rapporti economici solo perchè Gheddafi non andava più in giro urlando "bruciamo Israele!". E la lista è ancora molto lunga.
Ora, capisco (le capisco?) le ragioni di un pragmatismo economico-diplomatico, che obbliga gli Stati a tenere aperto il mercato mondiale su tutti i fronti, uno scambio di favori che non guarda in faccia nessuno, con il profitto come unica bussola. Ma epiloghi come questi dimostrano che il sistema è malato. Con quale coraggio possono gli Stati "civilizzati" arrogarsi il diritto di difendere i principi democratici, attaccando una nazione con cui fino a qualche giorno fa stipulavano proficui accordi economici?
Non hanno fatto un solo passo per evitare situazioni del genere, anzi hanno intessuto tele fatte di fili marci, godendo finchè resisteva. Poco male se quando la tela si strappa, tutto il disegno si dissolve.
Voglio chiudere però con una nota positiva, con una canzone di grande speranza.
Eppure soffia - Pierangelo Bertoli
Eppure soffia - Pierangelo Bertoli